Gli USA ribadiscono: ZTE è una minaccia nazionale, ma Huawei?

Pare non esserci pace negli Stati Uniti per i due colossi cinesi Huawei e ZTE. Dopo tutte le vicissitudini createsi negli scorsi mesi a causa del ban imposto dal governo USA, le cui ultime indiscrezioni arrivano dall’ex CEO di Google, i due brand di tecnologia ricevono una nuova batosta su suolo americano, stavolta a causa della FCC, nota Commissione Federale per le Comunicazioni, che ha indicato entrambe le aziende come “minacce alla sicurezza nazionale“, privandole del sussidio governativo utile per l’acquisto di attrezzature per le loro reti.

Aggiornamento 25/11: a mesi di distanza, l’FCC torna a porsi contro ZTE. Ve ne parliamo a fine articolo.

Huawei e ZTE minaccia alla sicurezza nazionale per FCC, ma non ci sono prove in merito

huawei zte ban dal pentagono

Il danno che potrebbe infliggere la sentenza di FCC è davvero ingente sia per Huawei, sia per ZTE, che si vedrebbero privati dell’importante sussidio che il governo rilascia alle aziende che operano nel settore delle telecomunicazioni al fine di acquistare apparecchiature utili alle proprie infrastrutture. La cosa che desta preoccupazione di questa situazione, è la totale assenza di prove in merito al fatto che i due brand rappresentino una seria minaccia agli Stati Uniti, in quanto più volte è stata smentita l’idea che possano fornire dati sugli statunitensi al governo cinese.

Chiaramente, questo nuovo episodio di veto per i brand cinesi è solo la conseguenza dell’accanimento del governo centrale USA, che già l’anno scorso ha firmato un esecutivo che identificava le due aziende nella lista nera commerciale. Da parte dei due colossi, non sono ancora arrivate repliche, ma non sono nuove le critiche mosse da Huawei e ZTE in merito ai precedenti comportamenti tenuti da FCC. Non ci resta che attendere ulteriori risvolti nelle prossime settimane per capire se la situazione potrebbe sbloccarsi o creare ulteriori difficoltà.

L’FCC si schiera di nuovo contro ZTE | Aggiornamento 25/11

In seguito al ban statunitense, ZTE fece ricorso per essere esclusa dalla famigerata Entity List. Inutile dire che l’FCC, ente storicamente schierato contro le aziende cinesi, ha respinto la richiesta dell’azienda. Le ragioni dietro questa motivazione sono le medesime del passato, con ZTE ancora ritenuta una minaccia alla salvaguardia nazionale. Ne consegue che gli operatori telefonici americani, in particolar modo quelli rurali, non possono ricevere i rimborsi statali (pari a 8,3 miliardi di dollari) per acquisire infrastrutture da parte delle aziende incriminate.

La sostituzione degli apparati Huawei e ZTE già in azione sul suolo americano comporterà costi complessivi pari a 1,8 miliardi di dollari. Gli enti americani hanno già stanziato 1 miliardo per compensare la riqualifica delle infrastrutture, anche se si discute sulla ricerca dei fondi necessari per le necessarie coperture. Il prossimo 10 dicembre l’FCC terrà una riunione durante la quale verranno fissate regole per rimborsi e sostituzioni. Da notare che, ad oggi, l’FCC non si è ancora espressa su Huawei, la cui richiesta di riesame arriverà l’11 dicembre. Verrebbe da pensare che l’elezione di Joe Biden possa avere in qualche modo ammorbidito la situazione, ma è ancora presto per dirlo.

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