Recensione Oppo Reno 4 Pro 5G: NON chiamatelo medio gamma

Viviamo in tempi strani per il mondo della telefonia mobile. Tempi in cui il secondo produttore di smartphone nel vecchio continente si è visto costretto a lasciare il posto in cima alla categoria, e tempi in cui aziende come OnePlus e (soprattutto) Oppo diventano sempre più importanti e conosciute anche in Italia, e lavorano sempre più su diverse fette di mercato e la creazione di ecosistemi composti non solo da smartphone, ma anche da dispositivi indossabili.

E Oppo, con il suo Reno 4 Pro 5G e tutta la nuova Reno 4 series, ha ancora una volta dimostrato di credere sempre più nel mondo occidentale, sottolineando l’importanza della fascia media di mercato, nella quale ormai si vedono sempre più dispositivi con caratteristiche molto più vicine ai top di gamma, che agli smartphone economici. Anche se, a dirla tutta, non è che il prezzo dell’Oppo Reno 4 Pro 5G sia poi chissà quanto economico.

Recensione Oppo Reno 4 Pro: non chiamatelo medio gamma

Contenuto della confezione

I dettagli relativi alla qualità dei prodotti di Oppo si notano fin dalla confezione del dispositivo. Sulla parte frontale della scatola è presente un’immagine di sfondo con la quale si intravede la scritta “Reno”, sulla quale è sovraimpressa la serie dello smartphone. Dentro il box sono presenti:

  • OPPO Reno 4 Pro 5G;
  • auricolari cablati con porta USB Type-C;
  • cavo USB/USB Type-C;
  • alimentatore Super VOOC;
  • pellicola in plastica pre-applicata sullo schermo;
  • spilletta per lo slot SIM;
  • cover morbida in TPU trasparente;
  • breve manuale d’istruzioni, anche in lingua italiana.

Design e materiali

L’Oppo Reno 4 Pro 5G è caratterizzato da un design elegante e da una sensazione premium che un po’ cozza con la sua definizione da medio gamma. Anteriormente c’è un display curvo protetto da un Gorilla Glass 6, mentre la back cover del sample che abbiamo ricevuto in prova è della colorazione Galactic Blue ed è realizzata con una finitura molto particolare, che l’azienda chiama Crystal Diamond, che lo rende tutto sommato elegante e che è meno pronta a trattenere le impronte digitali. Pesa 172 grammi e le sue dimensioni di 159.6 x 72.5 x 7.6 mm, lo rendono molto piacevole da utilizzare.

Anteriormente non c’è alcun notch: la fotocamera è stata inserita in un punch hole posizionato nell’angolo superiore sinistro del display curvo, ed il profilo alto e sottile lo rende molto comodo da utilizzare anche con una mano. Il tasto d’accensione è raggiungibile con il pollice senza troppi sforzi, mentre i bilancieri del volume sono posizionati sul lato opposto, ma sono leggermente più alti. Il sensore per le impronte digitali è stato posizionato sotto lo schermo.

La parte superiore e la parte inferiore sono piatte, superiormente sono presente due bande per le antenne, inferiormente poi è presente il carrellino per le nanoSIM, la porta USB-C e lo speaker. E no, niente jack per le cuffie o la possibilità di espandere la memoria tramite microSD.

Posteriormente è presente il modulo per le tre fotocamere integrate, che è caratterizzato da un camera bump con effetto specchio che, oltre ad essere forse un po’ troppo sporgente, è realizzato in un materiale in grado di garantire un effetto visivo decisamente accattivante, ma che d’altro canto tende ad attrarre troppo la polvere e le impronte varie.

Display

Lo schermo dell’Oppo Reno 4 Pro 5G è un pannello AMOLED da 6.5 pollici con un rapporto 20:9 ed in grado di garantire una risoluzione FullHD+. E facendo i conti si tratta di un pannello caratterizzato da una densità di pixel per pollice di 402 ppi: sostanzialmente gli stessi che abbiamo già visto nel nuovo OnePlus 8T. Al primo avvio, contrasto e saturazione vengono impostati su settings forse un po’ troppo spinti ma, fortunatamente, è possibile modificare questa impostazione tra le opzioni relative allo schermo.

Ecco le caratteristiche tecniche del display:

  • Dimensioni: 6.5″ (diagonale)
  • Rapporto schermo/superficie: 92.1%
  • Risoluzione: 2400×1080
  • Refresh Rate: fino a 90Hz
  • Frequenza di campionamento tocco: fino a 180Hz (cinque dita)
  • Gamma di colori: Vivid Mode 100%DCI-P3,135.65%sRGB / Gentle Mode 73.72%DCI-P3,100%sRGB
  • Densità pixel: 402 PPI
  • Contrasto: 5.000.000:1 (tipico)
  • Luminosità: 500nits (tipico), 800 nits (massimo alla luce) 1100 nits (picco)
  • Pannello: AMOLED

Ma, eccetto questo piccolo particolare, lo schermo dell’Oppo Reno 4 Pro 5G è vibrante, ha neri molto profondi e colori molto vividi e, tra le altre cose, ha angoli di visione più che sufficienti: un particolare non proprio scontato, data la natura del pannello. Tuttavia non si tratta dello schermo più nitido che abbiamo avuto modo di provare ultimamente, anche se la sua luminosità di spicco è molto elevata e quasi mai sarà necessario aumentare la luminosità al massimo: la leggibilità è ottima, anche in condizioni di luce diretta, con le impostazioni medie.

La frequenza di aggiornamento massima è di 90 Hz, ed è possibile settare i 60 Hz qualora si volesse risparmiare batteria. Ma ad ogni modo, l’esperienza visiva del pannello è decisamente appagante, con immagini fluide e di buona qualità.

Fotocamera – Oppo Reno 4 Pro 5G

Il comparto fotocamera dell’Oppo Reno 4 Pro 5G è composto da tre fotocamere. Quella principale utilizza un sensore Sony IMX586 da 48 megapixel, ed è affiancata da una ultra-grandangolare da 12 megapixel (con la quale si potranno anche registrare i video sfruttando la modalità Notte) ed uno zoom ottico 3X da 13 megapixel, in grado di garantire un fattore di ingrandimento ibrido 5x ed uno zoom digitale massimo i 20x. C’è poi un quarto sensore per l’autofocus a rilevamento laser.

In quanto a qualità fotografica, le immagini scattate con Oppo Reno 4 Pro 5G sono tutto sommato buone. La gamma dinamica della fotocamera principale è sempre più che sufficiente, e le cose cambiano poco in condizioni di scarsa luminosità. È anche possibile scattare a risoluzione piena di 48 megapixel, ma di default le immagini vengono salvate a 12 megapixel con la tecnologia di pixel binning, una cosa piuttosto comune in gran parte degli smartphone del 2020.

Resto piuttosto perplesso circa gli algoritmi di intelligenza artificiale con i quali l’Oppo Reno 4 Pro 5G riconosce le scene ed ottimizza le impostazioni di scatto, che potrebbero modificare le immagini al punto tale dal renderle innaturali sia in quanto al colore, che al contrasto. Vero è però, che molto probabilmente è una caratteristica degli algoritmi dell’azienda, perché è un “problema” (se così vogliamo chiamarlo) che abbiamo riscontrato anche nell’Oppo Reno 3 Pro. Ad ogni modo, l’HDR funziona egregiamente.

Quando si utilizza l’obiettivo ultra-grandangolare però, la qualità fotografica diminuisce, e tutto sommato è normale che le cose vadano così. Potrebbe capitare di scattare immagini con meno dettagli e con colori meno vividi, per questo il mio consiglio è quello di utilizzare questa lente solo qualora si dovessero scattare paesaggi: una condizione in cui l’HDR svolge un lavoro egregio anche con la lente secondaria.

Senza lode e senza infamia lo zoom ottico, che a 2X svolge un lavoro egregio, ma che più si aumenta il fattore d’ingrandimento, maggiori diventano rumore e colori pastellati. Sconsiglierei di utilizzarlo con fattori d’ingrandimento superiori al 5X, perché gli artefatti iniziano a diventare molto visibili.

Buoni i video, che possono essere registrati alla risoluzione massima 4K a 30 fps, e che possono essere registrati anche in HDR, oppure ultra-stabilizzati con la modalità Ultra Steady: in questo caso la qualità viene ridotta leggermente e viene utilizzato l’obiettivo ultra-grandangolare, ma in condizioni di buona luminosità i risultati sono più che buoni.

Buoni anche i video realizzati con la nuova modalità notturna. Certo, la qualità continua a risentire della scarsa luminosità, ma con una gestione attenta dei movimenti si potranno ottenere dei risultati  molto interessanti, e si avrà modo di registrare video con condizioni di luminosità che metterebbero in crisi quasi qualsiasi smartphone nel mercato.

La fotocamera frontale è una 32 megapixel piuttosto simile a quella che abbiamo già visto sul OnePlus Nord, ed è in grado di realizzare selfie con una buona qualità in ambienti ben illuminati, ma inizia ad avere problemi in condizioni di scarsa luminosità.

Hardware e prestazioni

Ad animare l’Oppo Reno 4 Pro 5G ci pensa un Qualcomm Snapdragon 765G, affiancato da 12 GB di memoria RAM di tipo LPDDR4x, una Adreno 620 e 256 GB di memoria interna non espandibili. Tutto sommato si tratta di un hardware di tutto rispetto, in grado di avviare rapidamente le applicazioni, di gestire il multitasking senza alcun intoppo e di riprodurre giochi come CoD Mobile o Genshin Impact senza troppi compromessi: d’altronde, in questo caso, fa molto gioco anche la frequenza di aggiornamento di 90 Hz dello schermo.

Per quanto riguarda i benchmark, i risultati dei nostri test sono in linea con la stragrande maggioranza dei dispositivi che utilizzano lo Snap 765G, ma sono risultati inferiori rispetto a quelli che si ottengono con il OnePlus 8T, venduto ad un prezzo simile ma animato da uno Snap 865. Ad ogni modo, sia chiaro: i benchmark non sono tutto.

Buona la qualità del segnale cellulare, ottima la ricezione alle reti WiFi: in questo caso l’Oppo Reno 4 Pro 5G è riuscito a rimanere connesso alla rete domestica senza fili anche in zone in cui altri dispositivi iniziavano ad arrancare.

Software

Oppo Reno 4 Pro 5G è animato dalla Color OS 7.2, basata su Android 10. E senza girarci intorno: non sono un grande fan della Color OS, ma devo ammettere che l’esperienza utente è più che curata e semplice. Tutto sommato, si tratta dello stesso software che abbiamo visto in Oppo Reno 3 o in Oppo FindX 2, ma con un paio di novità, come una nuova modalità di utilizzo con uan mano, che comprime tutte le icone nella zona inferiore del pannello (ed ottimizza l’utilizzo con una mano), oppure la barra laterale a comparsa nella quale si potranno inserire dei collegamenti personalizzabili ad applicazioni o funzionalità.

È presente l’Always-On Display, ed è supportato il Dolby Atmos che – combinato con l’audio stereo degli speaker – rende l’Oppo Reno 4 Pro 5G ottimo sia per il gioco che per lo streaming di serie TV o film.

Insomma, si tratta di un’interfaccia utente piacevole, che permette lo scorrimento e l’utilizzo della GUI veloce e reattiva, ma che continua ad essere caratterizzata da una sorta di “fluidità rigida”, che a parer mio è meno raffinata rispetto a quella che abbiamo visto – ad esempio – nella One UI di samsung o nella Oxygen OS 11 di OnePlus.

Batteria

Nella media la batteria da 4000 mAh integrata nell’Oppo Reno 4 Pro 5G e che riesce a garantire una giornata di autonomia anche con un utilizzo piuttosto intenso. Dai nostri test, abbiamo riscontrato che i fattori che più influenzano la durata della batteria sono la luminosità ed il refresh rate dello schermo e l’esecuzione di giochi e, tenendo sotto controllo le due cose, si potrebbero raggiungere prestazioni ben più elevate.

Ad ogni modo, poco importa dell’autonomia reale della batteria: la nuova ricarica SuperVOOC 2.0 da 65W è in grado di ricaricare la batteria dallo 0 al 50% i poco più di undici minuti, che diventano 30 per una carica completa. E questo è un traguardo eccezionale. Purtroppo però, non è compatibile con alcuna tecnologia di ricarica wireless.

Prezzo e conclusioni – Oppo Reno Pro 5G

Il prezzo di vendita dell’Oppo Reno 4 Pro 5G è di 799 euro, ed è disponibile nella colorazione Galactic Blue e Space Black. E sì, si tratta di un dispositivo di ottima qualità, venduto però ad un prezzo forse un po’ elevato soprattuto considerando la concorrenza della stessa fascia di mercato, molto agguerrita in termini di prestazioni e con un ottimo rapporto qualità prezzo.

Si tratta comunque di un dispositivo ben bilanciato, al quale manca poco e niente e che è realizzato con un processo costruttivo sempre più ottimizzato. D’altronde basta pensare al Find X2 Neo che, al momento del lancio, era costosissimo ma che ad oggi ha uno street price più che adeguato. Ecco, lo stesso discorso dovrà valere per l’Oppo Reno 4 Pro 5G: quando lo street price scenderà di qualche decina di euro, potrebbe essere considerato un best-buy.

 

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