Epic fail della dogana USA che blocca 2.000 AirPods fake… ma sono OnePlus Buds!

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Situazioni del genere, come quella accaduta negli Stati Uniti, ha sia del grottesco sia del divertente. In pieno clima di tensione tra USA e Cina causa gli ultimi avvenimenti tecnologici, alla dogana americana hanno bloccato con successo ben 2000 AirPods fake… Peccato fossero tutte OnePlus Buds!

Aggiornamento 15/09: la dogana americana non fa dietro front e pare che non si sia trattato di un errore. Trovate tutti i dettagli a fine articolo.

2000 paia di OnePlus Buds dal valore di 158.000 dollari scambiate per cloni AirPods

Tutta la questione è sorta quando il CBP (la dogana USA), ha bloccato all’aeroporto di New York un lotto da ben 2.000 AirPods false, dal valore di 400.000 dollari in caso di autenticità, riportando anche la notizia con un certo e tronfio orgoglio, dichiarando: “Un’operazione effettuata per proteggere il pubblico americano da vari pericoli su base quotidiana. l’intercettazione di questi auricolari contraffatti è un riflesso diretto della vigilanza e dell’impegno per il successo della missione da parte di i nostri ufficiali CBP ogni giorno“. Peccato che fossero in realtà 2000 paia di OnePlus Buds originalissime.

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Quando è venuta fuori la verità, l’imbarazzo per la dogana USA è stato enorme, anche perché su Twitter si erano vantati che le OnePlus Buds non avessero una mela! Peccato che di mele OnePlus non ne abbia mai usate per i suoi prodotti. Questo ovviamente ha portato imbarazzo anche la stessa compagnia cinese, che da Hong Kong aveva spedito un lotto importante dal valore di 158.000 dollari. Insomma, una situazione figlia di una tensione sempre più ai limiti della realtà, che coinvolge sempre più player cinesi.

La dogana USA nega il fail: le OnePlus Buds violano i brevetti di Apple | Aggiornamento 15/09

OnePlus Buds

Nelle scorse ore, la dogana americana ha fermato un lotto di ben 2.000 OnePlus Buds dirette nel paese, prendendole per AirPods e credendo di aver a che fare con prodotti contraffatti. Nonostante la gaffe arriva una conferma importante da parte di un portavoce, tramite una dichiarazione resa a The Verge. Secondo quanto riportato, il sequestro delle cuffie TWS di OnePlus non sarebbe casuale e non si sarebbe trattato di un clamoroso errore da parte della dogana.

“Dopo aver esaminato la spedizione, uno specialista di importazione CBP ha stabilito che gli auricolari in questione sembravano violare il marchio di configurazione di Apple”, con riferimento al design del prodotto. Per questo motivo, l’ente ha proceduto con il sequestro, secondo la legge. Tuttavia la questione appare alquanto controversa: le OnePlus Buds sono vendute negli USA da settimane e sono disponibili all’acquisto sia online che in rivenditori fisici del paese.

Inoltre arriva la risposta anche per quanto riguarda l’assenza della mela nel logo di OnePlus e la confezione di vendita totalmente diversa rispetto alla soluzione di Apple: “Il sequestro da parte del CBP degli auricolari in questione non tiene conto delle immagini o della confezione. Un’azienda non è tenuta ad utilizzare un marchio o un design Apple sui propri prodotti per violare questi marchi”. Inoltre la compagnia cinese “avrà l’opportunità – attraverso un processo – di fornire la prova che il loro prodotto non viola i relativi marchi registrati”.

Quindi la dogana USA non si tira indietro e non nega l’errore; d’altro canto, da parte di OnePlus tutto tace (l’azienda ha rifiutato di commentare il sequestro) mentre la stessa Apple non ha intrapreso alcuna azione legale nei confronti della casa cinese per violazione di marchi registrati. Le cuffie TWS sono ancora in vendita nel paese ma allo stato attuale non è chiaro se si sia trattato di un caso isolato oppure se il CBP prevede il sequestro anche di spedizioni future.

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