Grossi problemi per Huawei: niente licenze TGL e nuove restrizioni

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Non accenna a placarsi la lotta che sta avendo luogo fra gli USA e la Cina, con Huawei che si ritrova come capro espiatorio in questa guerra politico/commerciale. La notizia più di clamore in questi giorni riguarda l’ulteriore stretta applicata al reparto software dell’azienda. L’azienda ha prontamente rassicurato i suoi utenti, affermando che gli aggiornamenti continueranno ad arrivare sui modelli antecedenti al ban USA. La preoccupazione è nata dal mancato rinnovo delle licenze temporanee TGL, la cui esistenza permetteva a Huawei di continuare a lavorare con Google. Se inizialmente si ipotizzava che potessero essere nuovamente rinnovate, il governo Trump ha prontamente confermato che ciò non avverrà.

Nonostante le rassicurazioni di Huawei, a questo punto dovremo capire effettivamente come si rifletterà il mancato rinnovo delle licenze sulla gestione degli aggiornamenti. Ma non finisce qua, dato che il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti espanderà le restrizioni applicate contro Huawei. All’interno della Entity List sono state aggiunte 38 nuove aziende affiliate a Huawei da 21 paesi di tutto il mondo. Così facendo, il numero di società ricollegabili a Huawei presenti nella blacklist americana sale a 152.

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Gli USA continuano la propria lotta contro il futuro di Huawei

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In particolar modo, gli sforzi del governo Trump si stanno concentrando sul mondo dei chipset. Come affermato dal segretario Wilbur Ross, “le restrizioni sui chip hanno portato Huawei a fare alcune misure evasive“. Con le nuove regole si specifica che qualsiasi software o hardware di derivazione americana non può essere venduto a Huawei, salvo licenza speciale.

Ciò potrebbe mettere a dura prova la relazione fra Huawei e MediaTek, con quest’ultima che ha già ricevuto pressioni dagli USA per non aiutarla. Non potendo più fare affidamento su TSMC e la propria divisione HiSilicon, l’azienda di Ren Zhengfei si ritrova costretta a comprare chipset di terze parti. MediaTek si sta rivelando un partner fondamentale per compensare questa difficoltà, almeno per il momento. Un accordo che gli USA non vedono di buon occhio, in quanto si era vociferato che il chipmaker potesse fare da tramite per la vendita sottobanco di chipset a Huawei.

E come ad ogni nuova mossa del governo Trump, le aziende americane sono fra le prime a preoccuparsene. Le affermazioni della Semiconductor Industry Association sono le seguenti: “Queste ampie restrizioni sulle vendite di chip commerciali porteranno a notevoli interruzioni nel settore dei semiconduttori negli Stati Uniti. Siamo sorpresi e preoccupati per l’improvviso spostamento dell’amministrazione dal suo precedente sostegno a un approccio più ristretto, inteso a raggiungere gli obiettivi di sicurezza nazionale dichiarati, limitando al contempo i danni alle società statunitensi.”

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