Huawei entra in “modalità sopravvivenza” per battere gli USA sul tempo

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In questo momento non è insolito per Huawei chiamare i fornitori alle 4 del mattino o fare teleconferenze a mezzanotte.“. Questa è la frase che probabilmente riassume nel modo più efficace la sensazione di urgenza che si percepisce fra i corridoi dell’azienda. Fonti interne parlano di una situazione quasi caotica, con Huawei che starebbe facendo di tutto per mettersi ai ripari a pochi giorni dalla concretizzazione del ban USA. Annunciato mesi fa, entrerà a pieno regime il prossimo 14 settembre: dopo quella data nessuna società americana potrà più commerciarci. Ma non solo, perché ad essere colpite dalle nuove direttive saranno anche le compagnie estere che utilizzano tecnologie di derivazione statunitense.

Ad essere principalmente colpita potrebbe essere MediaTek, che ha pronti milioni di chipset per Huawei ma che potrebbero rimanere bloccati. Per questo Huawei starebbe lavorando 24 ore su 24 senza interruzioni per arrivare quanto più preparata possibile alla scadenza del ban americano. I magazzini starebbero rapidamente riempendosi di un’enorme quantità di processori per prodotti 5G, Wi-Fi e RF, driver per display e tanti altri componenti elettronici. Non potendo più contare sulla propria divisione hardware HiSilicon, Huawei si sta affidando quanto più possibili a realtà come MediaTek, ma anche Realtek, Novatek e RichWave.

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C’è aria di tempesta in casa Huawei: parte il rush finale prima del ban USA

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Il ban USA è già in corso da diverso tempo, ma il blocco totale arriverà nella suddetta data. Questo sta permettendo a Huawei di finalizzare gli ordini che erano già in essere quando è arrivato l’annuncio da parte degli USA. Tuttavia, dovranno essere consegnati non oltre la mezzanotte del 14 settembre, altrimenti Huawei si potrebbe ritrovare con una penuria di componentistica. Se ciò accadesse, secondo gli analisti andrebbe incontro ad un pesante calo del -75% nelle spedizioni di smartphone nel 2021.

La situazione sarebbe così urgente da spingere i produttori a spedire a Huawei prodotti semi-lavorati, così come wafer non completamente testati e/o assemblati, addirittura non ancora confezionati. “Huawei è entrata in una sorta di modalità di sopravvivenza caotica, cambiando costantemente i propri piani“, afferma una fonte vicina alla vicenda. Ad essere toccate sarebbero anche altre aziende, come Samsung Electronics e SK Hynix, anch’essi in corsa per completare gli ordini prima della scure statunitense.

Più in generale, l’impressione è che Huawei stia solamente prendendo tempo, perché allo stato attuale si troverà comunque tagliata fuori dai giochi. Troppi produttori e fornitori fanno affidamento alle tecnologie americane, pertanto dopo il 14 settembre non potranno più in alcun modo avere a che fare con Huawei. E allora saranno guai seri, anche perché la filiera produttiva di stampo cinese non è ancora all’altezza di TSMC, MediaTek e così via. Ciò nonostante, Huawei sta proseguendo nel preparare novità anche piuttosto rilevanti, come nel caso del primo PC Desktop in arrivo e del nuovo sensore fotografico.

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