La Cina chiede ai gamer cinesi di usare i loro veri nomi per videogiochi più “corretti”

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La Cina è sempre stato un paese particolarmente attento a tutto ciò che trapela dall’interno e l’ultimo settore in cui richiede una gestione della privacy maggiore è quello videoludico, dove il governo centrale vuole che i gamer cinesi si registrino con i loro veri nomi, oltre a quelli usati di solito per gli ID e pare che i colossi come Tencent e NetEase si siano già adoperate.

Cina: Tencent e NetEase hanno già attuato il nuovo sistema di autenticazione che chiede ai gamer il nome reale

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Ma cosa richiede espressamente la Cina e perché lo fa? Secondo la versione “ufficiale” del governo, la mossa di richiedere i nomi reali ai giocatori è dovuta al fatto di rendere i giochi sviluppati nel paese più appetibili e soprattutto che non intacchi l’immagine del paese asiatico. Anche perché, se un gioco scomodo dovesse venir fuori, per il governo sarebbe difficile rintracciare i “colpevoli” che lo giocano, quindi hanno aumentato la stretta sugli ID proprio per tenere tutto sotto controllo.

I due colossi del gaming in Cina, Tencent e NetEase, hanno già attuato un cambio nel sistema di autenticazione, che presto sarà gestito proprio dal governo. Infatti, insieme all’ID del giocatore, comparirà per la prima volta anche il nome, togliendo ogni traccia di privacy in merito. Seppur non sia altro che una mossa votata al totale controllo di tutto ciò che può diventare pubblico, per la Cina non è che una mossa in chiave soft power globale, mirato a creare contenuti quanto più godibili per tutti, oltre, ad esempio, a servizi utili come il sistema di navigazione BeiDou. Ma il prezzo da pagare può mai davvero essere la riduzione della privacy delle persone?

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