Huawei denunciata: brevetti rubati ad un’azienda USA?

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Altra giornata, altra brutta tegola per Huawei. È di queste ore la notizie che la statunitense Cedar Lane Technologies ha denunciato in Texas l’azienda per la presunta violazione di brevetti. Più nello specifico, i brevetti che sarebbero stati utilizzati senza i permessi necessari riguardano settori quali l’elaborazione delle immagini. Ma non solo: scendendo più nel dettaglio, Cedar Lane afferma che Huawei ha infranto i suoi sistemi di compressione JPEG. Inoltre, la violazione comprende anche i sistemi di riconoscimento della scena, dispositivi elettro-luminescenti, interfaccia di hosting per l’array delle immagini ed infine videocamere per la realtà virtuale, per un totale di 10 brevetti violati.

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Cedar Lane denuncia Huawei per l’infrazione di proprietà intellettuali

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Non è la prima volta che Huawei va incontro a diatribe legali di questo tipo. Il primo caso noto al pubblico risale al 2002, quando Cisco intentò una causa per il furto di codici sorgente dei propri router. Si passa poi al 2010 e alla denuncia da parte di Motorola ma soprattutto al 2014 e al furto di segreti industriali nei confronti di T-Mobile. Il caso più recente è del 2019, quando l’azienda Akhan Semiconductor denunciò la violazione della tecnologia Diamond Glass per i display.

Nel caso di Cedar Lane, i brevetti violati riguarderebbero vari smartphone: Huawei Mate X e XS, Mate 20 e 20 Pro, Honor View 10 ed Honor 8. Anche i tablet non ne sono esenti, come nel caso di Huawei MediaPad M5, M6 e T5. Secondo Cedar Lane, Huawei era a conoscenza dei brevetti che ruotavano attorno all’argomento imaging. Nonostante ciò, la società cinese avrebbe comunque effettuato la violazione e da qui è scattata la denuncia. A questo punto la palla passerà alle autorità competenti che valuteranno se Huawei abbia effettivamente compiuto un reato o meno.

Effettuando una ricerca online su Cedar Lane, è “buffo” che i primi risultati su Google riguardano esclusivamente denunce per violazione di brevetti. Dico questo perché gli addetti ai lavori sanno che esistono aziende “losche” che si occupano di ottenere brevetti, spesso vacanti, principalmente per ricevere royalties dalle altre aziende coinvolte. Magari non è il caso di Cedar Lane, ma sicuramente è una situazione un po’ ambigua.

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