Sony IMX500/501 portano l’AI nativo nelle fotocamere

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Da un po’ di tempo a questa parte si fa tanto parlare di intelligenza artificiale, in particolar modo quando si parla di fotocamere. Aziende come Huawei ed Honor ne hanno fatto un vanto, fungendo da apripista nell’aggiungere funzioni smart sui propri smartphone. Da lì in poi competitors come Xiaomi, OPPO e così via hanno fatto altrettanto, con sigle come “AI Camera“, “AI Quad Camera” e così via. Fino ad oggi, però, sono state tutte implementazioni a livello prettamente software. Per questo Sony ha deciso di abbracciare questo trend e farlo proprio con il lancio dei nuovi Sony IMX500IMX501.

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L’AI di Sony arriva sulle fotocamere con i nuovi Sony IMX500 e IMX501

Come ben saprete, Sony è il fornitore principale di sensori fotografici per gli smartphone. Se avete un telefono moderno, al 99% il suo sensore è targato Sony, che sia un 12 MP, un 16 MP ed oltre. Il più diffuso è probabilmente il Sony IMX586 da 48 MP, a cui è seguito il Sony IMX686 da 64 MP. Una corsa ai megapixel che non vuole finire, come dimostrano gli sforzi di Xiaomi nell’utilizzo dei 144 MP e di OPPO nei 192 MP.

Tolti i MP, fa sicuramente piacere vedere Sony affrontare la sfida dell’intelligenza artificiale nell’ambito fotografico su smartphone. I due nuovi Sony IMX500 e IMX501 sono a tutti gli effetti i primi al mondo ad avere funzionalità AI integrate al loro interno. Ciò permetterà ad essi di processare i dati in maniera più efficiente, riducendo la latenza nella trasmissione e ridurre i consumi energetici. Avere accesso alle potenzialità del mondo AI significa molto spesso accedere ad un vastissima quantità di dati archiviati in cloud. Questo significa a sua volta una latenza, in quanto questo accesso non è quasi mai istantaneo. Anche a questo ha pensato Sony, integrando il tutto nel sensore ed eliminando questo possibile fastidio.

I due sensori hanno una struttura che sovrappone il chip pixel BSI da 12.3 MP ed il chip logico. Il primo acquisisce i dati e li invia al secondo, dove risiede il motore che alimenta le features di analisi ed elaborazione AI. Il risultato è formato da metadata anziché informazioni standard, con una conseguente riduzione nelle dimensioni e l’annullamento di eventuali problemi di privacy. Le altre specifiche tecniche comprendono una dimensione di 1/2.3″ con pixel da 1.55 µm. I video possono essere registrati in 4K a 30 fps con AI o a 60 fps disabilitando l’AI.

C’è un “però” in tutta questa faccenda. Come fa presente Sony, questi sensori sono indirizzati ad un utilizzo più industriale e non per gli smartphone. Ma è altresì vero che, una volta affinato il tutto, non ci stupirebbe assistere al lancio di altri sensori mobile.

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