EMUI è la prima a ricevere la certificazione privacy del BSI

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Da quando il ban USA è stato imposto a Huawei e aziende associate, il brand cinese ha subìto un brutto colpo in termini mediatici. Se già prima in diversi tendevano a non fidarsi dell’affidabilità in termini di cyber-sicurezza, allo stato attuale la situazione non può che essere peggiorata. È una situazione delicata, in quanto da parte della controparte statunitense stiamo ancora aspettando prove concrete, per quanto Huawei abbia un passato non esente da intoppi. Per questo la società di Ren Zhengfei sta facendo di tutto per dimostrare la propria attendibilità. Lo dimostra la certificazione appena ricevuto dalla EMUI, dopo i controlli effettuati dall’ente BSI (British Standards Institution).

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L’ente britannico BSI certifica la EMUI per la sua protezione della privacy

Il BSI ha fatto così ottenere alla UI di Huawei la certificazione ISO/IEC 27701, in merito al sistema di gestione delle informazioni e della privacy. Così facendo, la EMUI è divenuta la prima interfaccia e Huawei il primo produttore a ricevere questo tipo di certificazione. Questo standard di riferimento riguarda la protezione dei dati personali, elemento piuttosto importante nel mondo odierno. Non a caso la sua istituzione arriva in Europa ad agosto 2019, in seguito della creazione del regolamento ad hoc, conosciuto ai più come GDPR.

La EMUI elabora i dati personali degli utenti, il cui invio avviene esclusivamente previo consenso esplicito ed in forma anonima. Per fare ciò viene utilizzata la tecnologia di privacy differenziale, con cui viene aggiunto rumore casuale ai dati in ballo. Così facendo, il destinatario non è in grado di ottenere informazioni sensibili. Per eliminare il rumore vengono sommati tutti i dati assieme, calcolando la media di esso e potendo così eliminarlo senza avere dati specifici.

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