USA e Coronavirus non frenano Huawei: la crescita continua

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Mettendo da parte le ovvie problematiche sanitarie, la pandemia di Covid-19 sta colpendo duramente l’economia di tutto il mondo. Sono pochi coloro che sfuggono alle conseguenze del Coronavirus e fra questi non figurano le aziende tecnologiche. Anche un colosso come Huawei non può che risentirne, sia dal punto di vista logistico che puramente commerciale. Più persone perdono il lavoro, meno potenziali clienti ci sono in circolazione. Uniamo a questo l’ormai consolidato ban USA, con smartphone penalizzati rispetto alla concorrenza, ed otteniamo un quadro tutt’altro che positivo per la società.

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I risultati finanziari di Huawei continuano ad essere positivi nel 2020

Lo confermano anche i risultati finanziari pubblici relativi al Q1 2020, periodo che ha visto un rallentamento per la crescita dei ricavi di Huawei Technologies. Ciò nonostante, le prestazioni economiche hanno saputo tenere botta alle circostanze, registrando una seppur minima crescita di circa l’1%, pari a circa 25.72 miliardi di dollari. Se si confronta lo stesso periodo con quello del 2019 è evidente il rallentamento, con un profitto che scende dall’8% al 7.3%. Basti pensare che negli ultimi 3 anni si sono registrate le cifre più basse in quanto a sviluppo finanziario.

Da parte degli addetti ai lavori non sono mancate critiche verso Huawei, asserendo che ci sia una certa volontà di ingraziarsi l’Europa tramite donazioni di materiale sanitario. Questo anche per la delicata situazione venutasi a creare in Regno Unito e più in generale nel nostro continente, dove lo sviluppo dell’infrastruttura 5G sta venendo ostacolato. “Sicuramente supporteremo alcuni paesi in cui mancano i DPI (dispositivi di protezione individuale), non per via degli affari di Huawei, ma per responsabilità sociale delle imprese“, ha risposto il vice presidente Victor Zhang.

Si prospetta un 2020 difficile per Huawei (e non), anche perché sempre gli USA stanno preparando l’ennesima stangata alla filiera produttiva. Presto l’azienda non dovrebbe essere in grado di lavorare con TSMC, non potendo rifornirsi normalmente di chipset con tecnologie americane.

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