Rivoluzione OPPO, OnePlus e Realme: insieme per un chipset proprietario?

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Da diverso tempo si vocifera di un chipset proprietario da parte di OPPO e di recente la cosa si è “concretizzata” con il coprocessore M1: il marchio è stato registrato a Novembre e da qualche settimana sappiamo che dovrebbe trattarsi di una soluzione che andrà a migliorare performance e autonomia del prossimo Find X2. Tuttavia, come specificato, si tratterebbe “solo” di un coprocessore. Nonostante ciò le voci intorno ad un chipset inedito prodotto dal brand non si fermano ed ora arrivano ulteriori dettagli e tra questi spuntano i nomi di OnePlus e Realme!

OPPO, OnePlus e Realme starebbero lavorando insieme ad un chipset proprietario: ecco i dettagli del Piano Mariana

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Il marchio registrato M1.

Secondo quanto rivelato dai media cinesi in queste ore, la sera del 16 Febbraio il CEO di OPPO avrebbe finalmente rivelato tramite una nota interna il progetto dedicato ai chip auto-sviluppati del brand cinese, il Piano Mariana. Il nome in codice del progetto deriverebbe dalla Fossa delle Marianne (Mariana Trench), la depressione oceanica conosciuta più profonda al mondo. Stando ai vari media, i primi dettagli del Piano sarebbero già stati diffusi internamente lo scorso Novembre e a capo del progetto ci sarebbe Yan Chen, già Senior Director della casa cinese. Il dirigente è stato tra i fondatori di Qualcomm China, quindi in termini di esperienza di certo non ci saranno problemi.

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Ma le indiscrezioni non finiscono qui: oltre alla diffusione a tutti i dipendenti della nota interna riguardante il Piano Mariana, ci sarebbero dettagli ancor più gustosi. All’inizio del 2020 sia OnePlus che Realme avrebbero aderito al progetto, segno che il chipset proprietario potrebbe coinvolgere tutti e tre i colossi tecnologici. Vale la pena sottolineare che OPPO, OnePlus e Realme fanno parte del conglomerato BBK, ergo non stupisce più di tanto vedere i tre brand riuniti sotto la stessa bandiera.

Insomma, l’azienda cinese sarebbe intenzionata a fare sul serio, tanto da coinvolgere in modo attivo anche gli altri due principali marchi della casa madre. Ovviamente l’esperienza del coprocessore M1 insegna ed è bene non correre troppo. Probabile che la nuova realtà punterà ad un chipset inedito, ma di certo potrebbe volerci del tempo; proprio per questo è lecito ipotizzare che arriveranno prima soluzioni “di supporto” (come nel caso già citato). Comunque gli investimenti di OPPO in Ricerca e Sviluppo restano, con cifre da non sottovalutare e che potrebbero bastare per dare il via ai lavori per un processore proprietario.

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