Recensione Xiaomi Mi A3: tre passi avanti e uno indietro

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Nel corso dei mesi non è mancata una valanga di indiscrezioni e di rumor intorno allo Xiaomi Mi A3. In fondo non parliamo solo di uno smartphone della compagnia di Lei Jun, ma anche di un modello della famiglia Android One, una categoria particolarmente apprezzata dagli appassionati del brand che tuttavia preferiscono un’esperienza stock, priva delle personalizzazioni e delle feature della MIUI. Alla fine il momento è giunto e il nuovo device è sbarcato in Italia lo scorso 18 luglio, introducendo varie novità per la serie ma – al contempo – con qualche sacrificio. Ne sarà valsa la pena? Scopritelo nella nostra recensione Xiaomi Mi A3!

Recensione Xiaomi Mi A3

Confezione di vendita

Il box di vendita del Mi A3 è un cartonato bianco simile a quello del suo predecessore, ma che mette in bella vista il device sulla parte frontale, insieme alle sue splendide colorazioni (mutuate dal “cugino” Mi CC9e). All’interno della confezione troviamo la seguente dotazione:

  • Xiaomi Mi A3;
  • caricatore da parete da 10V 2A;
  • cavo dati USB/USB Type-C;
  • spillino per lo slot SIM;
  • cover in silicone morbido;
  • manualistica.

Design e qualità costruttiva

Avrete notato lo spessore piuttosto pronunciato, questo a causa della batteria capiente. Tuttavia questo spessore nell’utilizzo quotidiano non sarà un problema. Grazie alla rastrematura della scocca posteriore potrete godere di un ottimo grip, anche ad una mano.

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Come abbiamo accennato, Mi A3 – dal punto di vista puramente estetico – rappresenta un prodotto ben riuscito. Se frontalmente non notiamo particolari personalizzazioni, con il display AMOLED da 6.01 pollici e notch a goccia, la scocca riesce a donare – in tutte le colorazioni – effetti cromatici ricercati.

Proprio la scocca che perde il fingerprint ID (lo troverete sotto il display) riesce ad offrire la stessa eleganza vista su Xiaomi Mi 9 e Mi 9 SE. Posteriormente troviamo il vetro, dotato di una buona oleofobicità: abbiamo provato la colorazione scura (Kind of Grey) e nonostante sia la più soggetta a catturare impronte ha mostrato un’ottima resistenza sotto quest’aspetto. Il frame laterale è invece composto di alluminio lucido apprezzabile sia sotto il profilo della resistenza che dal punto di vista estetico.

Gli unici “difetti” in merito al design, rimangono un chin (tacca sottostante al display) troppo pronunciato e lo scalino tra pannello frontale e frame laterale. Inoltre, per gli utenti che non vogliono fare affidamento esclusivamente al display per le notifiche (che si accenderà per una manciata di secondi al ricevimento delle stesse), lungo il frame superiore troviamo un piccolo LED di notifica.

Display

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Il nuovo Mi A3 monta un display da 6.01 pollici Super AMOLED HD+ (720 x 1560 pixel, 286 ppi). Ci troviamo in presenza di un buon pannello: discreta la fedeltà cromatica che, seppur tendente ai colori caldi, perde qualche colpo soltanto a luminosità massima. Tuttavia, anche la resa sotto luce diretta del sole può essere apprezzabile: in questo senso vi tornerà utile il lavoro svolto dal sensore di luminosità che riesce tempestivamente a tarare il display sempre al punto giusto, a mio avviso.

Buoni gli angoli di visuale e la reattività del touch screen, così come la gestione delle cornici che “non tagliano” porzioni di display.

Il giudizio sarebbe ottimo se non fosse per un particolare (fondamentale): il display HD. Purtroppo, dobbiamo constatare una risoluzione non all’altezza dell’unità. Ormai attorniati da dispositivi Full HD (e perfino in 4K) è infatti impossibile non notare dettagli meno definiti, che si tratti immagini o più semplicemente di icone e widget.

Hardware e prestazioni – Recensione Xiaomi Mi A3

Dopo il già citato Mi CC9e, anche l’ultimo Android One di casa Xiaomi arriva con a bordo il SoC Snapdragon 665 di Qualcomm. Si tratta di una soluzione per la fascia media realizzata con processo produttivo a 11 nm e dotato di una CPU con architettura Kryo 260, basata su ARM Cortex-A73, con una frequenza di clock fino a 2.0 GHz. Il chipset è accompagnato da 4 GB di RAM LPDDR4x e 64 GB di memoria interna UFS 2.1, un pacchetto più che sufficiente per un medio di gamma.

Sulla carta è tutto impeccabile e in effetti il dispositivo si è comportato piuttosto bene nel corso della nostra prova. Android Stock contribuisce ad alleggerire il tutto, anche se ogni tanto abbiamo notato qualche leggerissimo rallentamento ed un’esperienza non al massimo della fluidità. Probabilmente il SoC nuovo di zecca ha ancora bisogno di un po’ di tempo per esprimersi al meglio, tuttavia siamo fiduciosi. Comunque, mettendo mani alle impostazioni delle animazioni (a 0.5x) tramite le Opzioni Sviluppatore la situazione migliorerà ulteriormente.

La parte grafica si affida alla GPU Adreno 610, una soluzione decente per i giochi con meno richieste in termini di risorse, ma che non si rivela particolarmente indicata per i titoli più pesanti. Gli appassionati di gaming “serio” dovranno necessariamente puntare su ben altri modelli, mentre tutti i giocatori casual – o comunque appassionati di titoli non troppo complessi – non avranno problemi. Nel corso di sessioni prolungate la CPU tende a scaldare leggermente, ma nulla di preoccupante.

Benchmark – Recensione Xiaomi Mi A3

Software

Parlare del software dello Xiaomi Mi A3 è quantomai… superfluo! Il mid-range fa parte della famiglia Android One e, di conseguenza, monta l’OS del robottino verde in versione completamente stock (con tutti i pro ed i contro del caso). Al momento il dispositivo ha a bordo Android 9 Pie con patch di sicurezza aggiornate a giugno 2019.

Insomma, se siete appassionati della MIUI difficilmente riuscirete a sopportare la mancanza di certe funzionalità che di fato fanno da vanto per l’UI personalizzata di Xiaomi. Se apprezzate la compagnia cinese ma preferite un software essenziale, pulito e fluido, senza fronzoli ed essenziale, allora Android stock è l’unica strada da percorrere.

Lato sicurezza, lo smartphone si affida alla selfie camera per il Face Unlock software: lo sblocco avviene in modo abbastanza rapido, a patto che ci siamo buone condizioni di illuminazione. Frontalmente abbiamo un sensore ID integrato nel pannello AMOLED, una soluzione precisa ed affidabile anche se non proprio velocissima.

Qualità fotografica

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Come da tradizione per gli smartphone di questo periodo, lo Xiaomi Mi A3 dà il benvenuto ad un comparto fotografico rinnovato, composto da un sensore Sony IMX582 da 48 mega-pixel (f/1.8), un modulo ultra grandangolare da 8 mega-pixel (f/2.2, FOV 118°) ed un sensore dedicato alla profondità (2 mega-pixel, f/2.4). La gamma Android One si arricchisce con una tripla fotocamera e la cosa non può che essere accolta con gioia.

Il rinnovato comparto fotografico riesce ad offrire non poche soddisfazioni, con scatti dettagliati e dai colori ben calibrati. Sarà necessario qualche accorgimento per evitare fenomeni di sovraesposizione, ma nel complesso ci troviamo di fronte ad una soluzione piacevole. Ottima la modalità Ritratto, in grado di scontornare con precisione il soggetto in primo piano. Di base si scatta a 12 mega-pixel (con tecnologia Pixel Binning) e per i 48 mega-pixel “pieni” bisognerà utilizzare la modalità manuale. Presente il supporto AI per il riconoscimento delle scene, l’HDR (anche automatico) e la modalità per gli scatti notturni. A proposito di quest’ultima, essa si rivela abbastanza efficace per migliorare la situazione quando l’illuminazione è insufficiente.

Di sera, infatti, il pacchetto fotografico perde colpi, con scatti meno dettagliati e più pastosi. La modalità notturna risolleva la situazione e fa bene il suo lavoro.

Lato autoscatti abbiamo un sensore da 32 mega-pixel, con Selfie Panorama, HDR e modalità Ritratto. Non male dal punto di vista social anche se in situazioni di scarsa illuminazione e di sera i risultati non sono particolarmente entusiasmanti. Per concludere, il dispositivo è in grado di registrare video in 4K a 30 fps e 1080p a 30/60 fps.

Connettività e qualità audio

Lo Xiaomi Mi A3 cambia le carte in tavola rispetto al Mi A2 e torna ai fasti del primo capitolo della serie reintroducendo la possibilità di inserire una schedina microSD (fino a 256 GB) nello slot Dual SIM LTE ibrido. Sicuramente un’aggiunta da non sottovalutare, anche a fronte di uno storage di 64/128 GB. Per quanto riguarda le chiamate, non abbiamo riscontrato alcun problema di ricezione, buona anche zone leggermente ostiche. L’audio in chiamata risulta un po’ sotto tono, ma niente di veramente compromettente.

Lato connettività, il dispositivo presenta il supporto al Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac Dual Band ed il Bluetooth 5.0. Troviamo anche un sensore IR ma ancora una volta manca all’appello l’NFC: male, trattandosi ormai di una funzionalità richiesta a gran voce dagli utenti. Immancabile il sempreverde ingresso mini-jack da 3.5 mm per le cuffie, mentre il GPS/A-GPS/GLONASS non ha dato alcun problema durante la navigazione.

Nessun problema nemmeno per quanto riguarda l’audio in cuffia, sia tramite soluzione cablate che senza fili. Lungo il bordo inferiore troviamo un singolo speaker, dal volume adeguato ed una qualità senza troppe pretese.

Autonomia

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Lo Xiaomi Mi A3 è equipaggiato con una capiente batteria da 4030 mAh che garantisce un utilizzo pieno del dispositivo per tutta la giornata. Durante la nostra prova e in condizioni abbastanza estenuanti (con navigazione web, giochi, social, e-mail e chi più ne ha più ne metta) siamo arrivati a poco più di 5 ore di display acceso. Ovviamente si tratta di un valore puramente indicativo e con un uso più moderato le ore di autonomia sono destinate a salire.

La ricarica completa avviene in circa 2 ore con il caricabatteria da 10W in dotazione; tuttavia vi ricordiamo che lo smartphone supporta la ricarica rapida da 18W, per cui – se volete velocizzare la procedura – potrete acquistare un caricatore adatto.

Recensione Xiaomi Mi A3 – Prezzo e conclusioni

Esprimere un giudizio complessivo sullo Xiaomi Mi A3 è davvero un’impresa ardua, trattandosi di un dispositivo in bilico per via di alcune mancanze. Il design segue binari già visti, anche se le nuove colorazioni Blue e White sono davvero bellissime, un punto a favore sicuramente. Anche l’implementazione di un display AMOLED e di un sensore d’impronte integrato rappresenta un gradito passo avanti, ma la scelta di optare per una risoluzione solo HD è davvero eccessiva.

Basti pensare al suo posizionamento in termini di prezzo, esattamente nel mezzo tra Redmi Note 7 e Xiaomi Mi 9 SE. Entrambi i modelli citati presentano un pannello Full HD+ e nel caso del Mi 9 SE abbiamo proprio una soluzione AMOLED con sensore ID. Insomma, si tratta di una caratteristica ormai inflazionata ed i pannelli HD sono relegati nei meandri della fascia ultra low budget.

Tuttavia i pregi dello Xiaomi Mi A3 sono innegabili, Android stock in primis. Se volete un’esperienza pura, allora lo preferirete ai due rivali citati sopra e la presenza di un sensore Sony da 48 mega-pixel – tra l’altro che regala dei buoni scatti – non è da sottovalutare. Riuscite a passare sopra il display HD e alla mancanza dell’NFC (assente sul Note 7 ma disponibile con il MI 9 SE)? Allora Android One e Mi A3 sono la risposta giusta! Per tutti gli altri è il caso di virare a tutto gas in direzione di uno dei due cugini, in base alle vostre esigenze e alle vostre tasche.

Tirando le somme – e citando i famosi passi avanti del titolo – nonostante il salto generazione c’è qualcosa che trattiene il nuovo Android One, che non riesce a brillare. I miglioramenti in termini di batteria, fotocamera e display (in senso di tecnologia AMOLED e sensore ID) sono innegabili, senza contare l’implementazione di memorie UFS 2.1. Possiamo parlare di un best buy? Per ora no, ma non è detto che in futuro – grazie ad un corposo sconto – il dispositivo possa diventare più appetibile.

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