Google abbandona la Cina: chiude il progetto Dragonfly

google dragonfly

Con l’amministrazione Trump salda al comando statunitense non possiamo certo dire che i rapporti fra USA e Cina siano migliorati, anzi. Il caso del ban Huawei ha ulteriormente allontanato le realtà americane dalla nazione, per lo scorno di Google. Basti pensare che questo ban ha fatto rischiare a Big G di perdere qualcosa come 800 milioni di utenti. Fatto sta che, se fino a qualche anno fa c’era la flebile speranza di assistere al ritorno in Cina, adesso il tutto è ufficialmente sfumato.

Nei progetti di Google non c’è più la Cina: ecco cos’è successo al progetto Dragonfly

La lunga diatriba fra Google e Cina partì nel 2009/2010, biennio durante il quale il governo asiatico decise di dare il via al cosiddetto Great Firewall. A causa di conflitti geopolitici, le numerose piattaforme web americane sono state bannate. Conseguentemente, tutti i cittadini cinesi non hanno più potuto utilizzare i servizi di Google, così come Facebook, WhatsApp, Instagram e così via. Non staremo qua a discutere su chi abbia ragione e chi torto, dato che si aprirebbe una lunghissima parentesi.

Quello di cui vogliamo parlare è piuttosto Project Dragonfly, app resa nota nel 2018 il cui obiettivo era simulare la presenza del motore di ricerca in Cina. E ho detto “era” proprio perché, come affermato da Karan Bhatia, vice presidente del Google Public Policy, questo progetto è stato ufficialmente terminato. Una decisione abbastanza perentoria e che rientra nella decisione dell’azienda di Sundar Pichai di abbandonare l’idea di ritornare in Cina. Non è ben chiaro il perché, ma Dragonfly non è mai stato un progetto ben chiaro e trasparente. Se a ciò uniamo le succitate tensioni fra USA e Cina, non ci sorprende l’allontanamento di Google dalla nazione rossa.


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