Recentemente Xiaomi ha aperto le porte di una delle fabbriche responsabili della produzione di Xiaomi Mi 9. Più precisamente la visita è avvenuta alla fabbrica Foxconn di Langfang, una delle tre in cui viene prodotto il flagship.
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In parte, la mossa di Xiaomi è dovuta alle critiche ricevute per l’assenza di stock, con questa mossa, infatti, la società ha dimostrato le lungaggini del processo di produzione, rallentato da diversi controlli qualità.
Xiaomi Mi 9: il processo di produzione è curato nei minimi dettagli
Il tour, riservato ai media, ha portato a scoprire i laboratori di assemblaggio di scheda madre, fotocamera ed altri componenti chiave presenti sotto la scocca di Xiaomi Mi 9. Come mostrano le immagini, il processo viene monitorato costantemente per garantire che le unità siano assemblate correttamente. Successivamente alla composizione dei componenti interni, viene applicata la scocca in vetro. Dopo questo procedimento vengono applicati i marchi e, nonostante il processo più difficile sembri passato, è qui che avviene la fase più importante: il controllo qualità.
In laboratori ad hoc gli smartphone verranno stressati con test che avranno il compito di simulare il comportamento dell’utente per evidenziare eventuali problemi sia hardware che software. Successivamente ai test lo smartphone viene lavorato con un rivestimento p2i per donare una pellicola idrorepellente: il processo dura 3 ore.
Prima che Xiaomi Mi 9 raggiunga la confezione, sono eseguiti altri test su display e fotocamera. Superati tutti i test lo smartphone sarà pronto a raggiungere la confezione d’imballaggio. Dopo la conclusione del tour, i dirigenti di Xiaomi hanno accettato una Q&A, nel quale hanno spiegato le difficoltà iniziali relative agli stock di vendita; difficoltà dovute dalle scarse forniture di moduli per la fotocamera.
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