Recensione UMIDIGI A3: un muletto economico, ma che difetti!

recensione umidigi a3

Dopo aver messo al vaglio la fascia media del brand cinese – analizzando gli UMIDIGI Z2 Pro e One Pro – è arrivato il momento di dare uno sguardo tra le proposte entry level. UMIDIGI A3 viene venduto ad un prezzo super conveniente, ma le specifiche non sono di certo esaltanti. Come si sarà comportato il piccolo device nel quotidiano? Scopritelo nella nostra recensione completa!

Recensione UMIDIGI A3

Unboxing

La confezione di vendita di UMIDIGI A3 è la solita a cui ci ha abituato l’azienda. Si tratta di un box nero con una trama che ricorda la superficie di un disco di vinile. Il logo del brand è posizionato al centro mentre all’interno della scatola troviamo:

  • UMIDIGI A3;
  • cavo USB/microUSB;
  • alimentatore da parete da 5V 1A;
  • manuale d’istruzioni;
  • spilletta per lo slot SIM;
  • cover in plastica morbida, con texture similpelle.

Design e qualità costruttiva

L’entry level misura 147.2 x 70.2 x 8.5 mm per un peso di 186 grammi. Forse quest’ultimo elemento è quello che stona di più; nel complesso abbiamo in mano un device piccolo e compatto (un po’ troppo spesso) ma leggermente pesante per le sue dimensioni! D’altro canto, la qualità costruttiva non è male: lo smartphone è ben assembrato, mancano scricchiolii e non sembra di avere tra le mani un modello super economico.

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Tra le pecche, da segnalare la poca olefobicità sia del pannello posteriore in “vetro” che del display. Questo è incorniciato da un gradino poco pronunciato ed una leggera curvatura 2.5D. Niente di trascendentale, ma sicuramente fa un bell’effetto. Il frame perimetrale è in metallo, interrotto da sottili bande plastiche per favorire la ricezione.

Il design della back cover risulta noioso – dettaglio che nulla a che vedere con la qualità costruttiva – e sa ormai di “già visto”. Abbiamo una dual camera verticale in alto a sinistra, il flash LED, il logo di UMIDIGI in basso ed un lettore biometrico al centro.

A proposito del lettore d’impronte digitali, ci troviamo di fronte ad una soluzione davvero troppo cheap ed inefficace. Il 99% delle volte preferirete utilizzare il Face Unlock oppure procedere con lo sblocco tramite PIN/pattern.

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Per quanto riguarda la parte frontale, abbiamo due cornici spesse e quella superiore ospita la selfie camera, la capsula auricolare, la sensoristica ed il LED di notifica. Lungo il perimetro del device troviamo il bilanciere del volume ed il tasto Power (a destra), lo slot Dual SIM/microSD (a sinistra), mini-jack da 3.5 mm, microfono principale, micro USB e speaker (in basso).

Display

Il display di UMIDIGI A3 è un pannello (touch a 5 tocchi) Incell da 5.5 pollici di diagonale con risoluzione HD+ (1440 x 720 pixel), rapporto in 18:9 e 295 PPI. Fondamentalmente si tratta di una soluzione discreta per il prezzo a cui viene venduto il dispositivo; i colori risultano leggermente troppo saturi e i neri sono praticamente delle varie tonalità di grigio (un difetto – più o meno accentuato in base al modello – tipico degli LCD).

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Trattandosi di una soluzione economica va più che bene per il suo scopo, anche se avremmo preferito la presenza di qualche tipo di personalizzazione (come la scelta della tonalità dei colori).

Prestazioni

Le performance dello smartphone rappresentano una nota dolente per il piccolo entry level. Sia chiaro, non si parla di una vera e propria tragedia, ma dipende dalla mentalità con la quale si acquista questo smartphone. Se si punta ad un muletto oppure ad un modello per qualcuno che non ha alcuna pretesa allora siete sulla buona strada.

Sotto la scocca di UMIDIGI A3 abbiamo un SoC quad-core MediaTek MT6739, una soluzione a 28 nm con una frequenza massima di 1.5 GHz e con architettura ARM Cortex-A53. Ad accompagnare il nostro processore abbiamo 2 GB di RAM LPDDR3 e 16 GB di storage eMMC 5.1.

Tale configurazione non potrà che far storcere il naso ai più esigenti: si tratta di un comparto hardware anacronistico e il lato memorie non può che far scappare un sorriso. Ciò si traduce con un sistema poco performante, con qualche lag sparso e vari rallentamenti. L’esperienza risulterà frustrante ma attivando le opzioni sviluppatore e settando Scala animazione finestra, Scala animazione transizione e Scala durata animazione a 0.5x (o, meglio ancora, disattivandole!) si riuscirà a guadagnare qualche punto.

La GPU IMG PowerVR GE8100 a 570 MHz è da sconsigliare per il gaming. I giochini casual girano senza grossi problemi anche se durante le sessioni più agguerrite (magari con giochi online come Brawl Stars) non mancheranno rallentamenti fatali. Insomma, puntate sui giochi offline o in single player! Con Asphalt 8 – degno rappresentante dei titoli più pesanti – è possibile giocare in qualità media e con un frame rate discreto; ovviamente non aspettatevi miracoli! Ciliegina sulla torta, quando è sotto stress il processore tende a scaldare leggermente, un elemento che sicuramente farà desistere da lunghe sessioni di gioco.

Benchmark

Qualità fotografica

Sul retro del device troviamo una dual camera composta da un sensore principale Sony da 12 mega-pixel con apertura f/2.0 e pixel da 1.25 μm, accompagnato da un modulo secondario da 5 mega-pixel ed un flash Dual LED.

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Le immagini offerte da questo comparto sono in linea con la fascia di prezzo a cui è destinato lo smartphone; abbiamo scatti discreti, con un livello di dettagli accettabile e colori non male, ovviamente con un illuminazione ambientale “perfetta” (non mancano però difetti di sovraesposizione). Nota di demerito al bokeh, il quale si affida quasi totalmente all’apposita feature software presente nell’app. Nulla più che una cornice che sfoca (male) i contorni, che spesso darà ai vostri soggetti un’aria “sognante”.

Di sera le cose peggiorano non poco, con immagini pessime e problemi di messa a fuoco. Gli scatti notturni si fanno pastosi e sicuramente non si tratta di una soluzione da utilizzate per questa tipologia di foto.

Per quanto riguarda la selfie camera, abbiamo un sensore OV8856 da 8 mega-pixel con apertura f/2.0. In questo caso abbiamo degli autoscatti senza infamia e senza lode, appena sufficienti per un utilizzo social estremamente blando. Sicuramente non è un camera phone e nemmeno un mid-range; a fronte di qualsiasi giudizio, vale la pena ricordare che si tratta di un dispositivo entry level e che il pacchetto fotografico rappresenta più un must have (obbligatorio nei telefoni del 2018) che un modulo su cui puntare effettivamente.

Connettività e qualità audio

A bordo del device troviamo un modulo Dual SIM VoLTE doppio, con uno slot supplementare per la microSD (fino a 256 GB). Non aspettatevi miracoli sotto questo punto di vista: abbiamo a che fare con un modem Cat.4 DL/Cat.5 UL che permette di navigare decentemente anche se la velocità non è assolutamente il suo forte. In merito alla ricezione, sicuramente si tratta di una soluzione non troppo performante (con ricezione appena sufficiente in situazioni in cui vari rivali si sono comportati molto meglio), ma ancora una volta in linea con un’esperienza blanda e bisogni molto basilari. Si chiama (l’audio in chiamata è buono), si riceve, si naviga su Internet: stop. Nulla di più e nulla di meno.

Il resto del comparto connettività offre WI-FI 802.11 a/b/g/n Dual Band, Bluetooth 4.0, GPS/GLONASS (nessun problema lampante durante il loro utilizzo). Assente l’NFC, una mancanza perdonabile.

L’audio offerto dallo speaker è nella media per questa fascia di prezzo: nulla di eclatante anche se con un volume soddisfacente.

Software

Il software del il dispositivo è Android 8.1 Oreo quasi completamente stock con patch di sicurezza aggiornate ad ottobre 2018. Tra le minime aggiunte da parte dell’azienda troviamo la possibilità di sostituire la navigation bar con le gestures full screen: con uno swipe dal centro (dal basso verso l’alto) si torna alla Home, da destra avremo il pulsante Back mentre da sinistra si attiverà la Gestione Attività. In quest’ultima schermata sarà possibile utilizzare lo Split Screen per utilizzare due app con schermo condiviso.

Il software risulta molto leggero e privo di eccessivi fronzoli; tuttavia la user experience risente della parte hardware. Magari con 3 GB di RAM le cose sarebbero migliorate non poco, ma resta comunque un’incognita.

Autonomia

La batteria è un’unità da 3300 mAh, la quale ci ha consentito di raggiungerecirca 3 ore di display acceso. Pochino per una batteria di questo calibro anche se il sistema non ha rivelato particolari consumi da parte di determinate applicazioni. In compenso, il device spesso non va in Deep Sleep e si ferma ad un minimo di 299 MHz; chiaramente siamo di fronte al nocciolo della questione e la causa di questo consumo anomalo della batteria.

Non è un fenomeno che si verifica perennemente, ma quando capita (come si evince) le conseguenze si sentono eccome. Confidiamo in un futuro aggiornamento per risolvere il problema. La ricarica completa viene effettuata in circa 3 ore tramite il caricabatteria in dotazione.

Nel complesso non ci siamo proprio sul versante dell’autonomia e ci saremmo aspettati qualcosina di più, proprio a fronte di un hardware contenuto.

Recensione UMIDIGI A3 – Prezzo e conclusioni

Volendo tirare le somme, UMIDIGI A3 è senza dubbio un dispositivo entry level verso cui virare esclusivamente in funzione del prezzo. Infatti è disponibile all’acquisto su GearBest a soli 72.79€ con il coupon esclusivo Gizumia3. Se cercate uno smartphone super economico da utilizzare come muletto e nient’altro, allora potrebbe essere una soluzione allettante.

Se cercate qualcosa di più, anche solo di una spanna, allora è il caso di puntare verso altro, anche se – ovviamente – la cosa avrà delle ripercussioni sul prezzo. Al di là delle considerazioni in merito all’entry level, vale la pena fare una piccola riflessione sul brand. Gli ultimi mid-range di UMIDIGI si sono distinti in positivo e rappresentano un passo avanti importante per l’azienda cinese. Per cui, nonostante l’A3 non sia una cima (visto il comparto hardware a disposizione), il nostro augurio è che l’azienda cinese continui imperterrita sulla buona strada e restiamo fiduciosi che “la prossima volta andrà meglio”.


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