ZTE risponde alle accuse delle agenzie governative USA

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L’interesse delle compagnie cinesi non si limita solo al mercato indiano (uno degli argomenti caldi di questi ultimi giorni). Gli USA sono un terreno ambito ma, contemporaneamente, si tratta anche di un campo minato. L’ha dimostrato la recente esperienza di Huawei, intenzionata a stringere un accordo con AT&T saltato per “presunte pressioni politiche”. Nella giornata di ieri abbiamo appreso che forse queste pressioni politiche non sono poi così presunte. Rapida come un fulmine, oggi è arrivata la risposta da parte di ZTE, ennesimo brand sotto attacco.

ZTE: arriva la risposta all’attacco degli enti governativi USA

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Come abbiamo già accennato, ieri le agenzie governative FBI, NSA e CIA hanno detto la loro in merito ai produttori cinesi negli USA. E ovviamente, con molto scetticismo verso queste aziende – e in particolare Huawei e ZTE – hanno “sconsigliato” l’acquisto di smartphone dei suddetti brand da parte dei cittadini statunitensi. Una mossa che sà molto di ostracismo e che sembrerebbe proprio una proposta di boicottaggio.

Huawei non ha tardato a rispondere, sottolineando più volte la serietà della compagnia e la sua presenza in ben 170 paesi in tutto il mondo. E dopo poco è arrivata anche la risposta del secondo produttore chiamato in causa, ZTE. Il brand è presente negli USA sia con i suoi dispositivi mobili che con apparecchiature per le telecomunicazioni. Un portavoce ha rigettato con forza le accuse di spionaggio, sottolineando il fatto che esse siano completamente infondate. L’azienda opererebbe nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti dei mercati esteri in cui opera, compresi gli Stati Uniti. Vedremo come si evolverà questa spinosa situazione. Mai come in questo caso è bene tenere a mente che si è innocenti fino a prova contraria.


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