Xiaomi importati in Russia: la dogana sblocca le spedizioni

Xiaomi russia dogana

Nelle scorse settimane si è montato un caso relativo all’importazione di smartphone Xiaomi in Russia, acquistati dai reseller cinesi e bloccati e rispediti indietro dalla dogana. Pur se non può considerarsi esaurita, questa vicenda giunge ad un nuovo capitolo che vede, almeno per il momento, lo sblocco delle spedizioni.

Come vi avevamo già descritto in un precedente articolo, le motivazioni di questo blocco erano state spiegate dalla stessa Xiaomi, così come dai rivenditori ufficiali sul suolo russo. In pratica, su segnalazione della Smart Orange, azienda detentrice dei diritti di vendita in Russia, la dogana del paese aveva dichiarato come “prodotti contraffatti” i pacchi provenienti dalla Cina, rispedendoli al venditore.

Xiaomi importati in Russia: la dogana sblocca le spedizioni

La polemica si era fatta subito accesa, questo perché il rivenditore ufficiale pratica in Russia prezzi dal 30 al 40 percento più alti di quelli garantiti da store internazionali, giustificando questo con le tasse locali, il lavoro di ottimizzazione software, la localizzazione, la garanzia ed il servizio post vendita. Un margine, però, ritenuto da molti fin troppo alto e, nonostante in Russia spesso i prodotti di brand esteri siano soggetti a rincari sostanziosi, si è posto all’attenzione che questo non accade per tutti i marchi, come Apple che prevede rincari del 3 percento.

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Lo stop delle importazioni è stato giudicato dalla Commissione Investigativa della Russia, dal Servizio Antimonopoli Federale e dall’Ufficio Querele, così come da molti media, un atto arbitrario ed illegale, perché i device erano importati per uso personale e non per la rivendita. Questo ha fatto sì che la dogana sbloccasse i pacchi ma sia Smart Orange che alcune associazioni di venditori annunciano battaglia.

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Appare, dunque, chiaro che questo sia solo un capitolo di una storia molto più lunga e a chi si stia chiedendo quale interesse possa suscitare nei consumatori del nostro paese, rispondiamo che è importante valutare uno scenario che potrebbe risultare plausibile con l’ingresso ufficiale anche nel nostro mercato di prodotti cinesi, proprio perché la dogana ed il rivenditore ufficiale si sono appellati alle regolamentazioni sull’importazione dell’Unione Economica Eurasiatica, sotto cui ci troviamo noi stessi.


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