Si dice che le prime impressioni siano fondamentali, e che non capiti spesso che queste siano contraddette dall’esperienza. Non sappiamo dirvi quanta verità ci sia in questa popolare teoria, ma di certo la nostra recensione delle cuffie Bluetooth Beatit G18 dimostra che, a volte, alcuni prodotti hanno bisogno di tempo per esprimere tutte le loro potenzialità.
Oggi vi racconteremo dunque del rapporto di amore-odio che si è instaurato con questi auricolari in-ear wireless che, dopo un primo incontro non proprio entusiasmante, hanno lentamente mostrato i propri pregi grazie ad un necessario periodo di rodaggio.
Beatit G18 – Unboxing
Le cuffie sono subito visibili all’interno della voluminosa scatola in plastica rigida trasparente, che è chiusa da una fascia di cartone riportante il logo dell’azienda ed una breve lista delle funzioni del prodotto. Assente qualsiasi indicazione sulle specifiche tecniche degli auricolari, mentre il corredo di accessori non colpisce per varietà e completezza. La confezione di vendita, infatti, include:
- Cuffie wireless Beatit G18
- 2 coppie di ear plug (gommini) di ricambio
- 2 clip di ricambio
- cavo di ricarica USB-MicroUSB
- manuale utente in cinese
Se la mancanza di un caricabatterie da muro è comprensibile per un prodotto che (come vedremo più avanti) può essere ricaricato al massimo della velocità da qualsiasi porta USB, siamo scettici riguardo la scelta di includere due coppie di ear plug identiche per dimensioni a quelle già montate sugli auricolari.
In questo modo, infatti, il produttore avvantaggia gli utenti dotati di un canale uditivo di dimensioni medie ma, non rendendo disponibili diverse taglie di gommini, rende scomodo l’uso delle cuffie al resto dei possibili clienti. Avremmo gradito, poi, la presenza di una custodia per il trasporto.
Beatit G18 – Qualità costruttiva
Queste cuffie sono chiaramente pensate per l’uso durante l’attività sportiva e in mobilità, e privilegiano di conseguenza robustezza e leggerezza ad estetica e cura per i dettagli. Il produttore ha infatti rinunciato all’impiego di materiali di pregio, puntando su più economici (ma comunque affidabili) polimeri per realizzare la struttura degli auricolari.
Il cavo, ad esempio, misura 60 cm ed è ricoperto da una semplice guaina in gomma con design flat anti-ingarbugliamento, così come i telai dei driver e del controller inline sono in plastica rigida. Quest’ultimo elemento è caratterizzato dalla presenza della classica interfaccia a tre pulsanti, della circuiteria di controllo (basata sul chip CSR8645), della porta MicroUSB per la ricarica e del microfono, mentre le batterie sono ospitate all’interno degli earbuds (come è possibile intuire dal fatto che il cavo sia quadripolare).
Questa scelta tecnica influisce naturalmente sulla distribuzione del peso che, grazie alla leggerezza del controller, appare comoda e ben bilanciata. La presenza di elementi magnetici sulla parte posteriore degli earbuds, infine, consente a queste cuffie di chiudersi a collana, mentre l’aggiunta di clip anti-scivolamento in gomma morbida dovrebbe assicurare una maggiore stabilità meccanica agli auricolari durante l’uso.
Beatit G18 – Audio
Queste cuffie, come vi abbiamo anticipato, non sono l’ideale per i consumatori più impazienti. Il primo ascolto, infatti, ci ha mostrato una qualità audio decisamente deludente, caratterizzata da alti sovrabbondanti e bassi davvero carenti. Leggermente demoralizzati da queste prime impressioni negative, abbiamo proseguito con l’ascolto nella speranza che un buon rodaggio avesse effetti miracolosi.
Per fortuna dopo circa quattro ore di riproduzione la situazione è decisamente migliorata, con un suono più morbido e gradevole da ascoltare. Con il passare del tempo, poi, gli ear plug (di qualità non eccelsa) si sono lentamente ammorbiditi e, aderendo maggiormente al canale auricolare, ci hanno concesso un ulteriore miglioramento della qualità sonora.
Queste cuffie hanno dunque mostrato il loro vero volto riproducendo un suono pulito e bilanciato. Questo non vuol dire, sia chiaro, che le imperfezioni notate durante il primo ascolto siano sparite del tutto, ma semplicemente che si sono molto attutite: le frequenze basse sono meno povere, le medie e le alte più limpide, il sound stage ed il suono nel complesso sono di ottima qualità per delle cuffie bluetooth.
Gli step di volume, infine, sono 14 e gli auricolari hanno dimostrato di poter gestire (senza troppa distorsione) pressioni sonore superiori a quelle a cui è consigliabile sottoporre le nostre orecchie. Il microfono, per concludere, è di buona qualità e registra un suono chiaro e abbastanza fedele, più che sufficiente per un uso telefonico.
Beatit G18 – Esperienza d’uso
Per quanto la qualità audio sia importante, non è l’unico parametro da tenere in considerazione quando si medita l’acquisto di un paio di cuffie bluetooth.
La disponibilità di un’interfaccia semplice ed intuitiva, affiancata magari dalla possibilità di svolgere diverse funzioni in base al contesto di utilizzo, è infatti determinante nel garantire un’esperienza soddisfacente.
A questo proposito dobbiamo ammettere che i tre pulsanti presenti sul controller consentono di effettuare gran parte delle azioni più comuni con grande semplicità e che, benché il manuale sia in cinese, non è stato difficile scoprire le funzioni disponibili.
Una pressione prolungata del tasto centrale, ad esempio, porta all’accensione (o allo spegnimento) degli auricolari, mentre una impulsiva è associata alla funzione play-pausa e permette di rispondere ad una telefonate o di terminarla. L’azione prolungata sui tasti volume, invece, consente lo scorrimento dei brani durante la riproduzione musicale (skip) e di richiamare l’assistente vocale durante lo standby.
Dobbiamo segnalare, in questo contesto, che il chip integrato nelle cuffie Beatit G18 non comunica solo attraverso i LED (uno blu ed uno rosso, sin troppo luminosi) integrati nel controller inline, ma anche tramite una voce femminile cinese o inglese (quest’ultima è quella standard, la selezione avviene premendo a lungo il tasto volume “+” quando le cuffie non sono accoppiate).
In fase di accensione, ad esempio, gli auricolari vi comunicheranno lo stato della connessione, mentre quando riceverete una telefonata il controller leggerà per voi il numero del chiamante.
Abbiamo testato, infine, queste cuffie durante una sessione di corsa, e dobbiamo ammettere che ci hanno sorpreso per stabilità e comodità: il cavo, corto e leggero, non reca eccessivo fastidio (sopratutto se lo si passa dietro il collo) e gli auricolari rimangono ben piantati nei padiglioni auricolari in ogni condizione.
Beatit G18 – Autonomia
Il produttore purtroppo non dichiara la capacità delle due batterie (una per ogni earbud) che alimentano queste cuffie, ma in questi giorni di utilizzo abbiamo imparato ad apprezzare la loro buona autonomia. La ricarica completa, per iniziare, richiede poco meno di tre ore e garantisce quasi quattro ore di riproduzione musicale a volume 14 (il massimo) o poco meno di sette ore a volume 7.
In secondo luogo abbiamo testato l’autonomia con ricariche parziali, scoprendo che 15 minuti di carica sono sufficienti a garantire una sessione d’ascolto di 45 minuti a volume massimo, o di 85 minuti a volume medio. Si tratta di un’ottima notizia per gli utenti meno attenti, che in casi urgenti potranno ottenere buone autonomie con pochi minuti di ricarica.
Sapendo che il chip CSR8645 include un circuito di carica che può gestire correnti massime di 200 mA, infine, possiamo dedurre che la capacità complessiva delle batterie sia compresa nella fascia 200-250 mAh e che questi auricolari non necessitino di caricatori particolarmente dotati per raggiungere la massima velocità di ricarica (la maggior parte delle porte USB in circolazione erogano almeno i 500 mA previsti dagli standard più obsoleti).
Beatit G18 – Conclusioni
Se dovessimo valutare queste cuffie solo per la loro qualità audio non potremmo consigliarle a cuor leggero, ma in quel caso staremmo dimenticando lo scopo per cui sono state pensate: Beatit G18 non è un prodotto per audiofili, ma un utile accessorio che, nato per l’attività sportiva, si presta bene anche all’uso multimediale ed in mobilità.
Il rapporto di amore-odio accennato in apertura dell’articolo, poi, è dovuto proprio alla contrapposizione tra un suono non del tutto convincente (anche se di qualità più che sufficiente all’ascolto in movimento) e un’esperienza d’uso complessiva abbastanza appagante. Siamo infatti soddisfatti delle funzionalità espresse dal chip CSR8645 che (grazie anche alla compatibilità con Bluetooth 4.1) si è dimostrato molto efficiente, e troviamo più che sufficiente l’autonomia garantita dalle batterie.
Queste cuffie Beatit G18, per concludere, sono disponibili in vari colori su Amazon a meno di 30 Euro con spedizione gratuita, e a questo prezzo rappresentano una scelta interessante per coloro che cercano degli auricolari wireless dall’ottima qualità telefonica che siano stabili e resistenti.