OPPO e Vivo alla conquista del mercato cinese!

Oppo vendite 2015

Secondo una ricerca di mercato cinese, OPPO e Vivo starebbero sfruttando un nuovo canale per conquistarsi un posto d’onore nel mercato interno: quello al di fuori delle grandi metropoli. In Cina ci sono circa 600 città medio-piccole“, molte delle quali più grandi di tante capitali europee, che sono diventate il terreno di conquista per questi brand cinesi.

Marchi internazionali come Apple e Samsung, infatti, non hanno ancora raggiunto questa parte del mercato che rappresenterebbe circa il 56% dei consumatori totali cinesi. In questi luoghi, dove l’economia cresce più lentamente, gli utenti tendono a comprare telefoni più economici ed è a loro che gruppi come OPPO, Vivo, così come anche Meizu, stanno guardando.

Per poter concorrere così fortemente con i grandi marchi queste aziende devono vendere con scarsi margini di guadagno o addirittura in perdita e per andare avanti necessitano quindi di un altissimo volume di vendite. Un analista, Neil Mawston, riferisce che OPPO e Vivo hanno già superato Samsung e ZTE nelle vendite in Cina e stanno lavorando sodo per raggiungere nel 2016 i marchi più venduti: Huawei, Xiaomi e Apple.

Oppo vendite 2015Nell’ultimo quarto del 2015, OPPO ha venduto 10.8 milioni di smartphone, raggiungendo il 9% della quota di mercato ed entrando, così, nella top-5 delle vendite in Cina. Vivo, invece, ha raggiunto la quarta posizione, con il 10% della quota di mercato, poco dietro Apple, che raggiunge il 13%.

Per le aziende straniere, aggredire il mercato cinese è davvero complesso, in quanto le loro strategie di mercato non prendono facilmente piede tra i consumatori cinesi, penalizzando Samsung e Apple, che per la prima volta dopo 13 anni ha registrato un calo nelle entrate.

Detto questo, anche se ben nove tra le dodici maggiori aziende produttrici di smartphone sono cinesi, è difficile che le stesse possano incrementare i volumi di vendita fuori dalla madrepatria sia per l’assenza di forti canali di distribuzione sia per il fatto che, spesso, questi marchi incorrono in problemi di violazione di brevetti.