Qualche settimana fa vi avevamo parlato delle dichiarazioni del presidente di Lenovo Chen Xudong, il quale aveva affermato, senza tanti giri di parole, che il 2016 sarebbe stato l’anno dell’arrivo dei servizi di Google sul mercato cinese, Play Store compreso.
E sembrerebbe che la cosa potrebbe accadere a breve, ovvero durante marzo, viste anche alcune foto leaked che starebbero trapelando sui vari siti di microblogging asiatici.
Ha fatto la sua comparsa anche uno screenshot che mostra i vari metodi di pagamento utilizzabili per effettuare acquisti dal Play Store, tra cui compare anche Alipay, una delle piattaforme più utilizzate dall’utenza cinese, oltre al pagamento con carta di credito e debito.
Conseguentemente all’arrivo, Google sta lavorando sodo per ottimizzare al meglio la piattaforma per il mercato cinese, soprattutto per quanto riguarda i server, dato che il giorno di rilascio del Play Store coinciderà con un enorme numero di accessi contemporanei, che potrebbe far collassare la struttura, anche se il rilascio dei servizi potrebbe essere graduale, proprio per evitare ingolfamenti.
Inoltre, l’azienda californiana ha annunciato che, a differenza del resto del mondo dove l’app Play Store è unica e si auto-imposta a seconda della regione in cui viene attivata, la Cina avrà una versione dell’app a sé stante, direttamente localizzata in cinese.
Ciò porta conseguentemente a sollevare dei dubbi per gli aggiornamenti delle app, in quanto, essendo uno store a sé stante, non sarà sincronizzato con il resto del mondo nella ricezione delle notifiche dei nuovi update; presumibilmente Google comunicherà ai vari sviluppatori il modus operandi da seguire in questo caso.
Un’altra grossa differenza sarà che il Play Store cinese venderà esclusivamente app, quindi non sarà possibile acquistare musica, film e libri, perlomeno per un primo periodo.
Che dire, finalmente anche il pubblico cinese potrà godersi i servizi di Google: ricordiamo, infatti che il Google Play Store è una delle 10 app più usate dall’utenza cinese, pur non essendo presente di default sugli smartphone venduti in Cina.
