Xiaomi citata in giudizio per un “patent troll” su Mi 5 e Mi 5 Plus

Esistono, se così si possono definire, “aziende” che conseguono profitto sostanzialmente tramite il cosiddetto “patent trolling”. Questa pratica consiste nella registrazione generalizzata ed indiscriminata di quanti più brevetti possibili, in modo da avere in seguito la possibilità di richiedere il pagamento delle “royalties” a chiunque usi le tecnologie o i metodi di produzione precedentemente registrati.

Recentemente, una di queste aziende statunitense, conosciuta con il nome di Blue Spike LLC, ha rivolto la propria attenzione alla cinese Xiaomi; la società ha intentato causa presso la corte del Distretto Orientale del Texas, chiedendo un processo con giuria.

Blue Spike ritiene che Xiaomi abbia violato il brevetto US 8.930.719 B2, intitolato “Data protection method and device”, che a detta dell’azienda di patent trolling, é stato utilizzato senza permesso nei seguenti modelli: Xiaomi Mi4, Xiaomi Mi4 LTE, Xiaomi Mi4c, Xiaomi Mi4i, Xiaomi Mi Note, Xiaomi Redmi 1S, Xiaomi Redmi 2, Xiaomi Redmi 2 Prime, Xiaomi Redmi 2A e Xiaomi Redmi Note 2.

Ancor più interessante é il fatto che nella lista siano stati citati due smartphone che ancora non sono stati nemmeno annunciati: Xiaomi Mi 5 e Xiaomi Mi 5 Plus. Le immagini del tanto atteso nuovo modello di punta dell’azienda sono già, almeno apparentemente, trapelate rivelando un display quasi borderless da 5.2 pollici di diagonale e con risoluzione 1440 x 2560 pixels QuadHD.

Il processore sarà probabilmente uno Snapdragon 820 con GPU Adreno 530 e 4 GB di memoria RAM, 16 o 64 GB di memoria interna, una fotocamera posteriore da 16 mega-pixels, una anteriore da 5 o 8 mega-pixels, il tutto nutrito da una batteria da 3030 mAh al prezzo  di  312 dollari, circa 289 euro al cambio attuale.

Lo Xiaomi Mi 5 Plus dovrebbe invece avere un display da 5.5 o 5.7 pollici di diagonale, processore quad-core Qualcomm Snapdragon 820, 4 GB di memoria RAM e stesse fotocamere del Mi 5 standard. Il prezzo dovrebbe essere di 390 dollari, circa 360 euro al cambio attuale.

Blue Spike afferma che il proprio business sia legato strettamente all’ASLR (Address SpaceLayout Randomization), quindi produzione di sistemi, software e tecnologie. Basta, tuttavia, una breve ricerca su Google per trovare ben 45 cause intentate nei confronti di altre aziende, per infrazione di brevetto, nell’arco di soli 15 giorni facendo nascere il dubbio che, con questi tempi, il business dell’azienda si basi su tutt’altro.

Dato che probabilmente, i nuovi Xiaomi Mi 5 e Mi 5 Plus saranno presentati il mese prossimo, Blue Spike può far affidamento sul fatto che l’azienda cinese non voglia posticipare il lancio del suo nuovo device, scendo quindi a patti e condizioni pur di chiudere la causa il prima possibile.

Qui trovate il documento originale della causa, per chi volesse approfondire. Secondo voi Xiaomi cederà pur di non dilazionare il lancio del suo nuovo top di gamma? Continuate a seguirci per ricevere aggiornamenti in merito a questa controversa vicenda.